Aspromonte- 1
Autore: Matteo
Redatto il: 18 Febbraio 2022

Storie e misteri dell’Aspromonte

Abbiamo già avuto modo di parlare, in questo spazio web dedicato quasi interamente alla Calabria, del massiccio dell’Aspromonte, ma lo abbiamo fatto occupandoci prevalentemente di quello che è il punto di vista geografico, storico, enogastronomico, e turistico; oggi invece visiteremo l’Aspromonte con altri occhi, ovvero quelli di chi vuole cercare di indagare più a fondo su leggende, dicerìe popolari, misteri e notizie di cronaca nera ad esso legati. Già, perché l’Aspromonte, oltre ad esercitare un particolare fascino per la sua indiscutibile bellezza mista a quell’alone di mistero in cui è avvolto, è da sempre stato anche teatro di leggende, voci popolari, storie di cronaca nera.

Storie di Ndrangheta, vicende collegate ad una imponente rete di narcotraffico, all’anonima sequestri, e ad altri misrteriosi episodi di cronaca nera tengono banco quotidianamente nelle chiacchiere popolari, e sono molti anche i miti legati a questa zona così impervia e difficilmente accessibile, tanto che spesso è difficile capire dove finisce la verità ed inizia la leggenda.

Le sue leggende

La storia dell’Aspromonte, come dicevamo, si intreccia spesso con la leggenda; si narra ad esempio che i suoi impervi rilievi siano stati teatro di sanguinosi scontri tra il Re saraceno Agolante e Carlo Magno, evento citato anche nella Chanson d’Aspremont, ma questa è soltanto una delle storie, quasi tutte avvolte da mistero, e ciò probabilmente dovuto alla particolare conformazione del territorio, completamente immerso in una fitta rete di vegetazione e fatto di vertiginosi dirupi, anfratti, e gole a dir poco tenebrose.

Anche la leggenda della Sibilla e della Madonna occupa un posto importante nella cultura popolare dell’Aspromonte; è apparsa per la prima volta in una pubblicazione di novelle calabresi nella zona di Palmi, ma si suppone che essa abbia origini risalenti a molti anni prima. La Sibilla secondo la leggenda avrebbe dimorato per anni all’interno di una sorta di palazzo incantato situato nel ventre della montagna, attirando a se i malcapitati con dei misteriosi lamenti, per poi non lasciarli uscire mai più.

Aspromonte- 2

La Pietra Cappa

Il paesaggio dell’Aspromonte è, come detto, caratterizzato da dirupi ed anfratti immersi in una vegetazione così fitta che ci si può perdere se non si conosce bene la zona, e sono presenti parecchi agglomerati rocciosi dalle forme a dir poco inquietanti; tra essi spicca la maestosa Pietra Cappa, un gran bel blocco di roccia che occupa circa 4 ettari di terreno e che è alto all’incirca 140 metri. Il suo nome deriva da coppa rovesciata, dovuto alla immensa cavità interna che la contraddistingue, ed è oggi mèta di visite escursionistiche per turisti provenienti da tutta Europa, un monolite che incute quasi terrore per com’è fatto.

La leggenda narra che un bel giorno Cristo ed i suoi discepoli si trovavano in meditazione da quelle parti colti da un improvviso attacco di fame, ed il Signore disse loro di raccogliere dei pesanti sassi come penitenza e continuare il cammino; giunti ai piedi dell’Aspromonte vide che i suoi discepoli erano realmente affamatissimi, e trasformò le rocce che avevano raccolto in profumate e fragranti pagnotte. Il solo Pietro aveva raccolto un misero ciottolino, e per questo fu lasciato indietro nel cammino soltanto con un piccolo pezzo di pane. Pietro ammise il suo errore, e lasciò cadere il sassolino appena raccolto proprio lì, dove giace oggi l’imponente Pietra Cappa.

Nascondiglio per latitanti e cocaina

Ma veniamo a tempi meno remoti, o meglio alle vicende odierne, molte delle quali sono purtroppo raccontate nella pagine di cronaca nera del nostro paese; tutto il territorio del massiccio dell’Aspromonte che, come abbiamo già detto, è tanto impervio da essere in alcune zone completamente inaccessibile, si presta particolarmente ad essere frequentato da malviventi di vario genere, tra cui latitanti che vi si nascondono per sfuggire alle forze dell’ordine, trafficanti di droga che vi nascondono qualche tonnellata di cocaina, sequestratori che vi nascondono persone ricche per poi liberarle (forse) in cambio di cospicue somme di denaro chieste come riscatto.

Qualche tempo fa, in un’intervista rilasciata alle reti televisive nazionali, il Procuratore di Reggio Calabria affermò che le forze dell’ordine avevano sequestrato circa una tonnellata di cocaina in quello stesso anno, ma disse anche che se erano riusciti ad intercettarne una sola ciò significava che ne erano invece passate altre 10, e che la droga era molto probabilmente stata nascosta proprio in una delle tantissime grotte e caverne sotterranee dell’Aspromonte, e che quindi era di fatto misteriosamente sparita dalla circolazione.